Samuele Bersani già da bambino sognava di diventare un cantautore. Però non uno di quelli pallosi che si ripetono con lo stampino e nemmeno un melodico all'italiana. Nasce a Rimini il primo ottobre 1970, figlio di Raffaele (un flautista, uno sperimentatore o più semplicemente un Pink Floyd di Cattolica) e di Gloria, che gli trasmette la passione per il cinema e la poesia. La casa di Cattolica è una specie di laboratorio di esperienze sonore, e già nei suoi primi anni Samuele sviluppa una forte sensibilità per la musica, cominciando a suonare spontaneamente qualunque strumento gli capiti a tiro. Gli piace cantare. Anzi non riesce a stare zitto. Inventa storie, accompagnandosi -per modo di dire- alla chitarra o improvvisa movimenti al piano che a sua insaputa vengono quasi sempre registrati dal padre. Se c'è un periodo blu per il pittore, per lui verso i 7/8 anni c'è stato quello del LA minore, e l'uso smodato di tale armonia ha rischiato di lasciargli un segno di malinconia permanente. Per sua fortuna scopre un libretto con tutti gli accordi (anche quelli maggiori...) e allora non ci sono più recinti e si parte a razzo! Mentre si fa ragazzo, fonda e abbandona una serie di gruppi della realtà locale, diventando un bravo tastierista. Si mette in proprio e partecipa ad una serie di concorsi.
Il vero debutto artistico risale al 1991. Bersani esordisce "piano e voce" con la canzone "Il Mostro", all'interno del tour "Cambio" di Lucio Dalla. E' una canzone ipnotica, racconta di un mostro peloso e gigante, a sei zampe che rintanatosi in una specie di cortile globale, viene circondato dalla curiosità dei mostri a due zampe e poi ucciso in nome della sua diversità. I cinque minuti de "Il mostro" nel tour di Dalla diventano una costante, perchè ogni sera che da perfetto sconosciuto Samuele intona le prime note, si instaura immediatamente una magia col pubblico e fra piazze e palazzetti in più di sessanta concerti a conoscerlo sono già in tanti.